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Benito Mussolini e il fascismo

6 Luglio 2021 Marco

Ci troviamo in pieno periodo di crisi economica iniziata immediatamente dopo la fine delle ostilità della Prima Guerra Mondiale, ed è un periodo in cui il costo della vita aumenta di pari passo con la disoccupazione, quest’ultima dovuta anche al ‘rientro’ dei numerosi militari dal fronte; conflitti sociali, scioperi nelle grandi fabbriche del nord Italia, i sindacati che fomentano una rivoluzione comunista, e le strutture statali che iniziano ad indebolirsi, creano le condizioni adatte per il moltiplicarsi delle tensioni sociali e delle lotte operaie.

Nasce in questo contesto storico, proprio per mano dei reduci di guerra un nuovo movimento politico con ispirazione socialista, ma con progetti ed ambizioni nazionaliste, quello dei fasci italiani di combattimento, ed inizia un periodo di aspri combattimenti e guerre sociali contro sindacati e i partiti di ispirazione social-comunista; nel solo biennio 1921-22 circa 3000 vittime, questo è il triste segno lasciato dai violentissimi scontri, preludio alla famosa marcia su Roma con la quale il Partito Nazionale Fascista di Benito Mussolini conquisterà poi il potere.

Chi era Benito Mussolini

Certamente più conosciuto con il suo appellativo di Duce, Benito Mussolini è stato un militare e politico italiano nato a Dovia di Predappio, un piccolo comune italiano in provincia di Forlì, e morto a Giulina in provincia di Como il 28 Aprile del 1945. La sua carriera politica ebbe inizio intorno al 1910 quando distintosi tra le fila del Partito Socialista Italiano, dal quale fu nominato direttore della rivista di partito Avanti! nel 1912. Due anni dopo però, in antitesi con alcune linee guida del partito per il quale scriveva, pubblicò alcuni articoli che causarono il suo ‘allontanamento’ dal Partito Socialista, cosa che lo portò a creare subito un nuovo quotidiano politico (diventato poi organo ufficiale del Partito Nazionale Fascista) che intitolò Il Popolo d’Italia.

Come molti ricorderanno, la fine della Prima Guerra Mondiale lasciò agli italiani ‘l’amaro in bocca’ per la famosa questione della vittoria mutilata, con il mancato riconoscimento dei territori della Dalmazia, Fiume, Istria, Trentino, Tirolo e Venezia Giulia promessi all’Italia il 26 Aprile 1915 in occasione del Patto di Londra; fu proprio quello il movente che indusse Mussolini a fondare il Partito Nazionale Fascista, con il quale si presentò alle elezioni politiche del 1921 promuovendo un programma politico di stampo radical-nazionalista.

Il fascismo in Europa

Il Regime Fascista si diffuse poco a poco in quasi tutta Europa nel decennio tra il 1925 ed il 1935 ed il periodo di ‘rinascita postguerra’, se così si può definire, indusse il mondo intero a guardare al fascismo con occhio compiacente; in Portogallo, Spagna, ed in altri paesi dell Europa Orientale presero corpo molti movimenti fascisti e filofascisti, che presto salirono al potere emulando in qualche modo le gesta del Duce. Ne nacque poco a poco un grande movimento anticomunista dai metodi duri e violenti, un movimento che assunse varie forme a seconda del paese nel quale esso si sviluppava.

In Grecia, ad esempio, il fascismo salì al potere nel 1936 con il generale Ioannis Metaxas, che addirittura fece sospendere tutte le sedute del Parlamento a tempo indeterminato per instaurare un regime dittatoriale, seguendo le linee guida di quello italiano. Stesso discorso per il Portogallo dove, a partire dal 1932, il generale Carmona ed il primo ministro Antonio de Oliveira Salazar, crearono anch’essi un regime sullo stampo di quello italiano che prese il nome di Estado Novo.

I neofascisti italiani

Facendo un piccolo salto avanti nel tempo, bisogna arrivare verso la fine del ventesimo secolo per ritrovare partiti politici nati con quegli stessi ideali ed aventi grosso modo le stesse linee guida; nasce infatti il 26 Dicembre del 1946 il Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale (MSI-DN), fondato da reduci della vecchia Repubblica Sociale Italiana ed ex esponenti di spicco del Regime Fascista.

Il politico italiano Giorgio Almirante diventa segretario nazionale del neonato partito politico, ed il giornalista e politico Pino Romualdi viene eletto vicesegretario. Simbolo del nuovo partito è una fiamma tricolore, logo emblematico già utilizzato dagli Arditi (corpo d’assalto speciale creato durante la Prima Guerra Mondiale) e scelto con l’intento di mantenere viva l’idea del fascismo. Di successiva creazione (1995) troviamo poi due ‘ramificazioni’ del MSI chiamate Movimento Sociale Fiamma Tricolore ed Alleanza Nazionale, partiti politici di destra tutt’oggi esistenti.